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lunedì 26 febbraio 2018

pubblicità in TV


Le interruzioni pubblicitarie di ogni programma sono divenute insopportabili: lunghe, inopportune, fanno perdere il filo della trama di un film, ne sottraggono la portata emotiva che scompare nella distrazione e nella irritazione conseguente. 
E' intollerabile che nel momento più drammatico di un vecchio film appaiano festosi quegli imbecilli che mettono ballettando il sapone nella lavatrice.
La vignetta spiega meglio di ogni discorso, quanto benvenuta possa essere l'interruzione di contenuti estranei a quello che si sta seguendo.
Ancora più irritante, nel silenzio di ogni sedicente garante e di ogni super pagata authority, è che si mettano tutte le emittenti d'accordo peer trasmettere gli spot alla identica ora così anche il fare zapping viene vanificato: se non vuoi vedere quel cretino che abballa per la tim su una rete, giri e te lo ritrovi a gambe aperte sull'altro canale, per non parlare di quell'odioso promotore di trivago che resiste da anni a ogni mia maledizione. 
Questa la ragione per cui uso il televisore perlopiù come ingombrante soprammobile, salvo che per qualche tristo telegiornale.
Uff.
La pubblicità in TV serve a far denaro, vero, ma mette nelle mani degli inserzionisti il palinsesto: loro decidono, per attirare più pubblico, cosa l'emittente debba trasmettere alla data fascia oraria e costringe anche la Rai a gestire una TV spazzatura a immagine e somiglianza di Mediaset, ingloriosa sorte per la maggiore editrice italiana.

Con quello che paghiamo di canone RAI (adesso che evadere è diventato più difficile) potrebbero fare in Rai una TV servizio pubblico di qualità eliminando o riducendo al minimo la pubblicità con tratti distintivi quindi dalla TV commerciale.

Invece no e per due ragioni, penso:

1) anche potenziato, il canone non basta: come farebbero a pagarsi quegli stipendiacci, altrimenti? Anche se poi non si comprende il motivo per cui pur avendo e strapagando registi, programmisti, tecnici, montatori, scrittori, designer assunti a ricca busta paga, vadano a commissionare a ditte esterne la produzione di tanti programmi. 
O meglio, forse si capisce bene. 
E quindi i soldi non bastano mai.

2) la TV scemenza serve al potere, il popolo consumatore si indottrina e si convince di avere come proprie le opinioni che gli si instillano ogni giorno dal teleschermo.

UFF.


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